venerdì 29 agosto 2008

Maya Checchi, la mamma delle pornostar ad Affaritaliani.it: "Nel porno i veri sfruttati sono gli attori"

La rivista belga Het Laatste Nieuws, nella sua recente indagine 2007, ha calcolato che ogni 39 secondi un nuovo filmato porno finisce online. Stimando tutti i download fatti su internet è stato ipotizzato che il 35% riguarda materiale pornografico ed il 42% dei navigatori ha almeno una volta visitato un sito porno. Nel 2006 la Cina ha speso 20 miliardi di euro per il cyber-sex, seguita da Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti. Gli italiani sono in fondo alla classifica, con una media di 12 euro di spesa a testa per il porno.

Il fatturato, considerato nel suo totale, dei siti pornografici supera quello di aziende come Microsoft e Google. Il porno non sta scomparendo, si sta trasformando, si sta "aziendalizzando" e adeguando ai tempi. Secondo Silvio Bandinelli, produttore della Showtime e regista porno, il cinema hard non sta scomparendo, anzi. In realtà l'industria cinematografica hard, o almeno la parte che se lo può permettere, ha iniziato a far uscire i suoi film di punta su diverse piattaforme: il video e il cellulare, proprio per cercare di corpire il più possibile entrambi i mercati e assicurarsi un ritorno soddisfacente.


Esiste però almeno un'altra: che l'industria del porno non voglia affatto una transizione verso i formati ad alta definizione. Perché essi mettono troppo in evidenza i difetti degli attori e delle attrici. E quindi il percorso dell'hard continua su due strade parallele: da una parte la trasformazione in nuovi prodotti tecnologici (cellulari soprattutto); dall'altra il prodotto doc, il film classico magari su dvd invece che su vhs e trattato ora in Blue Ray, l'ultima frontiera dell'alta definizione in digitale...CONTINUA A LEGGERE

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